- Data di pubblicazione
- 13/07/2017
- Ultima modifica
- 13/07/2017
Dopo la Guerra apre il concorso del XVesimo Ortigia Film Festival
Il film di Annarita Zambrano in proiezione il 15 luglio
Prima la selezione a Cannes, poi l’anteprima al Biografilm Festival di Bologna e, ora, l’Ortigia Film Festival (Siracusa, 15 – 22 luglio). Prosegue con successo il percorso di Dopo la guerra (Après la guerre), opera prima di Annarita Zambrano, in concorso alla XVesima edizione del prestigioso festival siciliano, di cui sarà il film d’apertura il 15 luglio prossimo.
Realizzato con il sostegno di Emilia-Romagna Film Commission, “Dopo la guerra” è una coproduzione franco italiana, ambientata tra le Landes e Bologna, location quest’ultima considerata ideale dalla produzione, per il suo trascorso storico-politico e per la conformazione socio-geografica richiesta dalla sceneggiatura. Protagonista un ottimo Giuseppe Battiston, nei panni di Marco, ex militante di estrema sinistra condannato all’ergastolo e rifugiato in Francia, che si deve difendere dall’accusa di omicidio di un professore universitario. La richiesta di estradizione che l’Italia fa al governo francese lo portano a fuggire ancora, portando con sé la figlia Viola, e gettando nel fango l’onore della famiglia – innocente – rimasta a Bologna, che si ritrova a dover pagare per le sue colpe passate.
Il film, prodotto da Movimento Film di Mario Mazzarotto e distribuito in Italia da I Wonder Pictures, sarà nelle sale da ottobre. Nel cast, oltre a Battiston, Barbora Bobulova, Fabrizio Ferracane, Elisabetta Piccolomini, Maryline Canto, Jean-Marc Barr.
Annarita Zambrano, proviene da una famiglia “di legge” e, per tutta la vita, si è ritrovata davanti ai grandi temi della Giustizia. “Quando ho iniziato a scrivere il mio film – dice “ho ripensato a Platone e alla prima definizione che dà della Giustizia : “Giustizia è rendere a ciascuno il dovuto » e ho capito. Ho capito che Dopo la guerra non sarebbe stato un film sulla giustizia, ma sull’incapacità di comprenderla e sugli errori irreversibili che gli uomini commettono quando sono accecati da “ciò che è giusto o ingiusto.”