- Data di pubblicazione
- 17/01/2022
- Ultima modifica
- 17/01/2022
Art City Cinema. Tra cinema e arte al Lumière
Dal 18 al 24 gennaio a Bologna
Ritratti d’autore, film d’artista, riflessioni sui limiti dell’arte e della libertà: sono tante le prospettive per osservare le intersezioni tra cinema e arti visive. Un percorso di visioni al Cinema Lumière ne riunisce alcune, anticipando la full immersion prevista tra qualche mese, in primavera. Se l’edizione 2022 di Arte Fiera è stata posticipata a maggio, l’occasione per entrare fin da subito nel mondo dell’arte la regala Art City Cinema, rassegna organizzata dalla Cineteca di Bologna in collaborazione con Artecinema e Lo schermo dell’arte. Dal 18 al 24 gennaio le sale di Piazzetta Pasolini ospitano una ricca selezioni di film, quasi tutti recenti.
Si parte con Nino Migliori-La libera essenza della curiosità di Giulia Vannucci, un ritratto del fotografo novantacinquenne bolognese, seguito da Conz-L’ultimo collezionista di Roberto Delvoi, un ritratto anche questo, ma di un imprenditore veneto che a metà degli anni Settanta decide di lasciare tutto quello che aveva per potersi dedicare alla sua passione divorante per le avanguardie artistiche del secondo Novecento. Il 19 gennaio è in programma poi Un été à la Garoupe, di François Lévy-Kuentz, un diario di viaggio documentario sull’estate del 1937 quando Man Ray e la sua giovane compagna Ady Fidelin incontrano il poeta Éluard e sua moglie Nusch, Roland Penrose e la sua futura sposa Lee Miller, Picasso e Dora Maar. Si prosegue con Let me come in di Bill Morrison che ha ridato nuova vita a un film muto tedesco il cui intreccio ruota attorno a una ballerina russa che dopo essere stata separata dal figlioletto nel 1917 si getta nella Senna e viene tratta in salvo da un artista.
La rassegna va avanti fino al 24 gennaio al ritmo di uno o due film al giorno, tra i quali Bill Traylor: Chasing Ghosts di Jeffrey Wolf, che racconta l’incredibile storia dell’artista autodidatta Bill Traylor, nato schiavo nell’Alabama di metà Ottocento, e L’uomo che vendette la sua pelle di Kaouther Ben Hania (primo film tunisino candidato all’Oscar) che racconta la storia di un giovane siriano che fugge dalla guerra lasciando il suo paese per il Libano (20 gennaio). Vita, arte ed eredità di László Moholy-Nagy, il grande pittore, fotografo e cineasta ungherese, sono al centro di The new Bauhaus di Alysa Nahmias, in programma il 21 gennaio in prima serata. Il 22 gennaio si torna al doppio appuntamento con Think Poetic di Luca Immesi, viaggio nel mondo underground della street art romana, e il brevissimo Au revoir Joseph Gallieni di Ivan Argote che documenta la rimozione a Parigi del monumento dedicato al generale Joseph Gallieni, figura chiave della colonizzazione francese in Madagascar, aprendo domande attualissime sulla cancel culture. Il 22 gennaio il focus è su Banksi, con Banksi most wanted di Aurélia Rouvier e Seamus Haley, un documentario-inchiesta che ripercorre alcune delle teorie più dibattute riguardo l’identità del misterioso street artist. Si chiude il 23 gennaio con Redoubt di Matthew Barney, i cui protagonisti tentano di stabilire un loro posto in un ambiente selvaggio e comunicano attraverso la danza e le coreografie per narrare una storia che si ispira liberamente al mito di Diana e Atteone.