- Data di pubblicazione
- 29/01/2024
- Ultima modifica
- 30/01/2024
Ciao Sandra!
Ci ha lasciato un’altra protagonista del nostro cinema. In tanti la ricordano, anche in Emilia-Romagna
Ci sono volti che il nostro quotidiano ha così famigliari, che pare impossibile debbano lasciarci; così quando se ne vanno ci si rende conto di non essere preparati ad apprenderlo. Sandra Milo è scomparsa oggi a 90 anni, e il nostro cinema, la sua storia – quella più grande – perdono in questo inizio anno una delle sue protagoniste più note a diverse generazioni di pubblico.
La ricordiamo, splendida, sul grande schermo, nei film a episodi, come conduttrice televisiva, sui palcoscenici dei teatri, ospite di trasmissioni ed eventi – tanti anche legati alla nostra terra – sempre elegante, trasversale ai generi e alle mode, una diva ricca di semplicità.
Molti di noi hanno avuto il piacere di incontrarla negli ultimi anni, ospite della Cineteca a Bologna per il Cinema Ritrovato, o al Bellaria Film Festival – solo per citare alcuni momenti – dispensatrice di sorrisi e buonumore, il suo modo di fare teneramente svampito, la sua voce inconfondibile a scandire ricordi e aneddoti, confidati in modo irresistibile alle platee e nei momenti di convivialità.
“Sandrocchia” ha attraversato l’Emilia-Romagna, legando il suo nome ad alcuni tra i più grandi cineasti del ‘900. Ferrara la ricorda per La visita, di Nicola Pietrangeli, nei panni di Pina, impiegata nel consorzio agrario di un paese del ferrarese in riva al Po, che cerca l’amore per corrispondenza. La piange e la omaggia anche il regista bolognese Pupi Avati, che l’ha diretta ne Il cuore altrove, presentato a Cannes. Tra tutti però c’è stato lui, Federico Fellini, il maestro, il punto di riferimento artistico e personale per la nota attrice, il grande amore della sua vita. Insieme hanno consegnato all’albo d’oro della settima arte titoli memorabili e pluripremiati, come 8½ e Giulietta degli spiriti, di cui è divenuto un vero e proprio cult la scena della Milo su un’altalena rivestita di fiori.
Probabilmente è con la Romagna che Sandra ha avuto sul territorio un legame di affetto mai venuto meno e che nel 1965 l’ha vista anche impegnata con Dino Risi sul set de L’ombrellone, girato sulla spiaggia riccionese, film prezioso sull’Italia del boom che scopre le vacanze di massa e la nostra Riviera.
Proprio Rimini e Riccione ora la celebrano con un collage di ricordi, legati naturalmente a Fellini ma anche a Piccoli Fans, la trasmissione per i più piccini e le famiglie con cui nel 1987, grazie alla Milo, il Bandiera Gialla approda nella tv nazionale. O, ancora, la presenza alle Giornate di Cinema di Ciné, a Riccione, la partecipazione in Cineteca al documentario su Flaiano, la consegna del riconoscimento a Pier Vittorio Tondelli nel 1985 nella serata di premiazione della prima edizione del Premio Riccione Ttvv, e madrina dell’edizione 2010 del premio della Fondazione Fellini, che quell’anno ha avuto come protagonista Paolo Sorrentino. Fino a pochi mesi fa, quando l’attrice è tornata in Riviera per la sfilata di Alberta Ferretti, davanti a Castel Sismondo.
La sua generosa spontaneità e la vocazione ad un’arte brillante, senza tempo, si sono messe a disposizione pure dei giovani cineasti di talento: lo ha fatto anche con il romagnolo Alessandro Tamburini, che l’ha diretta qualche anno fa nel divertente corto L’arte del fai da te, realizzato tra Solarolo, Massalombarda, Lugo, Bagnara di Romagna e Spazzate Sassatelli.
Sandra Milo da oggi non c’è più. E anche qui, in Emilia-Romagna, ci mancherà.