Giulia Bertoluzzi e il dramma dei migranti in "Strange Fish"

Speciale Doc in Tour 2019

30 aprile 2019

Come ci si sente a vedere un corpo morto fluttuare nel mare come… uno “strano pesce”? Possono rispondere a questo i pescatori di Zarzis, cittadina della Tunisia ai confini di una devastata Libia, dove la pesca è oggi fonte di paura e dolore, ma anche di umanità e solidarietà. La piccola comunità di Zarzis è un gruppo di resistenza sociale e civile, resistenza contro la disumanità che nell’ultimo ventennio ha reso il Mediterraneo un cimitero della vergogna. Dai primi anni 2000, grazie alla solidarietà di queste persone, sono state salvate migliaia di vite e, purtroppo, moltissime altre hanno trovato sepoltura grazie alle braccia pietose di Chamseddine Marzoug, oramai divenuto becchino delle incognite. Dobbiamo a Strange Fish della parmigiana Giulia Bertoluzzi la scoperta di questa storia che, ha unito il suo essere giornalista d’inchiesta alla passione per il cinema di realtà. Parmigiana anche la produzione, curata da Small Boss, casa fondata quattro anni fa dai giovani Matteo Ferrarini e Matteo Pecorara.
Il documentario è stato selezionato per l’edizione 2019 di Doc in Tour.

Video

Giulia Bertoluzzi racconta il suo documentario