Le proprietà dei metalli e il paranormale in Appennino
Antonio Bigini alla Berlinale con una storia vera degli anni '70
Nell’Italia degli anni ’70, quando rurale e industria iniziano a trovare coesistenza, in un paesino di montagna dell’Appennino romagnolo, passa di bocca in bocca una storia che ha del paranormale. Protagonista è Pietro, un bambino cresciuto da un padre indurito dalla vedovanza e dai debiti, che manifesta doti misteriose: piega metalli al solo tocco. Parte da qui Le proprietà dei metalli, storia ispirata a fatti realmente accaduti che saluta l’esordio al lungometraggio di Antonio Bigini, regista bolognese d’adozione, nonché un nuovo genere cinematografico per Kiné che lo ha prodotto con Rai Cinema e il sostegno della Regione attraverso Emilia-Romagna Film Commission. Il lungometraggio è stato girato con il contributo di Creative Europe MEDIA Programme of the European Union, realizzato anche nell’ambito del programma “Sensi Contemporanei Toscana per il cinema” e sviluppato grazie a “Biennale College – Cinema” della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Il cast è formato da un giovanissimo Martino Zaccara, accompagnato da David Pasquesi, Antonio Buil Pueyo, Enzo Vetrano, Cristiana Raggi e Marco Cavalcoli. Tra i giovanissimi anche Edoardo Marcucci, Christian Dei, Sara Santamaria e Pietro Arcangeli.
La fotografia è stata curata da Andrea Vaccari, il montaggio da Ilaria Fraioli, la scenografia da Paola Bizzarri, i costumi da Bettina Pontiggia con Chiara Capaccioli. Le musiche e il sound design da Simonluca Laitempergher e il suono da Mirko Fabbri.
Realizzato nel riminese tra Sant’Agata Feltria e San Leo, con riprese effettuate anche a Bologna e a Sestino (AR) il film è in concorso alla 73esima Berlinale nella sezione Generation KPlus.
Ecco il nostro speciale.
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- Data di pubblicazione
- 20/02/2023
- Ultima modifica
- 20/02/2023