- Data di pubblicazione
- 28/08/2024
- Ultima modifica
- 29/08/2024
Speciale Venezia 81 - I Wonder Pictures: a Venezia, diversamente indipendenti
Intervista alla direttrice marketing Emanuela Ceddia
Dal 2013 distribuisce nelle sale italiane e su piattaforma alcuni dei più interessanti film del panorama internazionale, biopic e documentari firmati dai migliori autori contemporanei. Stiamo parlando di I Wonder Pictures, casa bolognese che, in poco più di un decennio di attività, sta ottenendo riconoscimenti prestigiosi nelle principali manifestazioni di settore. Non fa eccezione la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, che anche quest’anno vede I Wonder protagonista sui red carpet del Lido, dove abbiamo incontrato la direttrice marketing Emanuela Ceddia.
Emanuela, anche a Venezia 81 una presenza significativa di I Wonder Pictures. Sette titoli distribuiti nelle sezioni principali e seguite, e molto eterogenee le tematiche affrontate. Come arrivate a questo appuntamento importantissimo?
Arriviamo da due anni intensi e soddisfacenti, che oltre ad averci permesso di portare in sala con orgoglio, tra le altre, un’opera imprescindibile come La zona d’Interesse, hanno aperto prospettive importanti sul futuro, a cominciare dal rinnovato sodalizio con l’eccellenza produttiva A24.
Venezia sarà come ogni anno l’occasione per iniziare a raccontare al pubblico i film in anteprima. Abbiamo due opere in corsa per il Leone d’Oro: Harvest, western tragicomico sull’avvento della modernità con Caleb Landry Jones, e il dramma familiare e attualissimo The Quiet Son con Vincent Lindon, Benjamin Voisin e Stefan Crepon. In concorso Orizzonti saranno presentati My Everything, sul rapporto quasi simbiotico tra una madre (Laure Calamy) e suo figlio con disabilità, destinato a incrinarsi per un’inaspettata svolta degli eventi, e Aïcha di Mehdi M. Barsaoui, storia di riscatto ambientata in Tunisia. Alla Settimana Internazionale della Critica porteremo Peacock, commedia caustica sulle relazioni umane diretta con grande intelligenza e ironia. Infine, alle Giornate degli Autori avremo Coppia aperta quasi spalancata, in sala già dal 29 agosto accompagnato da un tour della sua protagonista e produttrice Chiara Francini, e la dark comedy La scommessa – Una notte in corsia di Giovanni Dota, con Carlo Buccirosso e Lino Musella, al cinema dal 12 settembre.
Ma ci sarà anche modo di partecipare alla Mostra in maniera più originale e articolata, sia come I Wonder Pictures che con i contenuti della piattaforma IWONDERFULL, partner delle Giornate Internazionali della Critica (SIC), per cui da quattro anni promuove il Gran Premio IWONDERFULL, e delle Giornate degli Autori.
Quest’anno IWONDERFULL sarà particolarmente attiva nella suggestiva location La Villa in pieno Lido, dove avrà un presidio fisso e dove saranno organizzati incontri pubblici di presentazione e il The Substance IWONDERFULL PARTY, festa di lancio di The Substance, l’atteso ritorno su grande schermo di Demi Moore in un’opera sorprendente premiata a Cannes e in sala da ottobre per I Wonder Pictures.
Cosa rappresenta il sistema dei festival per I Wonder?
È da sempre un binario duplice, quello che ci lega al sistema festival: da un lato, l’ascolto; dall’altro, il racconto.
L’ascolto nel senso che i festival sono un momento preziosissimo di scoperta, in cui entrare in contatto con nuovi autori e nuove voci, frequentare i mercati, sorprenderci e innamorarci della next big thing e avere un primo feedback del pubblico sui titoli che ci interessano o che abbiamo già acquisito.
Il racconto nel senso che, necessariamente, manifestazioni come la Mostra del Cinema costituiscono il kick off delle campagne di comunicazione e marketing dei film che presentiamo in anteprima, innescano i primi ragionamenti sul posizionamento, sul target, sulle parole chiave.
Dopo anni non siete più una piccola casa di distribuzione ma una realtà internazionale divenuta punto di riferimento per il cinema indipendente. È cambiato qualcosa nella vostra mission?
Non è cambiata la nostra mission, ma è cambiato il modo in cui la nostra mission si esprime, perché è cambiato il mercato all’interno del quale ci muoviamo e le possibilità a nostra disposizione.
Abbiamo sempre amato valorizzare e distribuire film capaci di sperimentare in modo originale senza perdere di vista il pubblico e il nostro listino si focalizza tuttora su questo tipo di prodotto. La differenza è che all’interno di questa categoria di prodotto – complici realtà produttive come A24 e Match Factory, solo per citarne due – oggi si allargano le possibilità di trovare titoli che sappiano parlare in maniera chiara a una platea ampia, attirando tra l’altro spesso l’attenzione di quel pubblico più giovane che non si accontenta di soli film di supereroi e ama sempre più frequentare la sala.
Cosa cercate in un film che diventerà un progetto I Wonder?
Spesso ci capita di parlare dei film che ci conquistano e che decidiamo di distribuire in termini di “innamoramento”; quindi, può essere difficile definire in maniera razionale delle caratteristiche generali.
Come prima cosa, sicuramente cerchiamo quell’equilibrio tra originalità, voglia di osare e trasversalità di pubblico di cui dicevo poco fa. Amiamo i film capaci di trascendere lo status di opera cinematografica e parlare di altro, entrare nel discorso sulla contemporaneità e sulla società, come è accaduto in maniera smaccata per La Zona d’interesse e come accadrà per The Substance e per altri titoli che abbiamo in cantiere, alcuni non ancora annunciati.
In generale, diciamo che ci piace essere sorpresi e non ci poniamo limiti. Ci riserviamo il piacere di sperimentare con generi e contenuti molto diversi tra loro e portare al pubblico ciò che non si aspetta.
La scelta di operare da Bologna è ancora imprescindibile per voi?
Assolutamente. Bologna e la regione Emilia-Romagna sono da sempre molto attente a valorizzare il cinema in tutti i suoi aspetti: produttivi, artistici, distributivi; sicuramente parliamo di un contesto in cui lavorare è proficuo e di un territorio con cui siamo sempre stati sinergici. Bologna è una città di cinema, in cui si lavora molto sul cinema e si fa nel modo che piace a noi.
Tra l’altro, in un mondo ormai perfettamente interconnesso e un momento storico in cui è molto agevole operare da remoto e la localizzazione fisica di un ufficio non è più dirimente, non vedremmo nessun tipo di ragione per trovare una casa diversa: preferiamo mantenere coerenza nel nostro DNA, il DNA di un gruppo che è cresciuto e si è sviluppato a Bologna, che si è sempre dimostrato capace di valorizzare tutti gli interlacciamenti con gli interlocutori e le altre realtà del territorio.
Nei festival state portando anche Casa I Wonder, iniziativa che lega storie di cinema e di cibo, convivialità e affari. Cosa muove questa scelta?
Crediamo nel cinema come esperienza che non si limita al tempo di visione di un film, ma si allarga anche a tutto quello che ci sta intorno: l’attesa, il senso di anticipazione, l’elaborazione personale successiva alla visione, la voglia di discutere e parlare delle opere che abbiamo amato con chi ci sta attorno, magari davanti a un buon piatto e un bicchiere di vino.
Casa I Wonder nasce sotto il coordinamento di Michele Casadei Massari, rinomato chef internazionale e patron del ristorante Lucciola a New York, per creare un’esperienza conviviale dove i nostri talent e gli amici del settore possano sentirsi, appunto, “a casa”, e che rifletta nello stile lo spirito del festival in cui siamo presenti di volta in volta.
Scendendo nel dettaglio, quest’anno per tutto il periodo della Mostra Casa I Wonder ospiterà negli spazi del Ristorante Valentino un ricco calendario di appuntamenti, con la possibilità per gli ospiti di assaggiare alcune specialità realizzate con le eccellenze di Ferrarini, Giusti, Palazzo di Varignana, Casa Marrazzo e Montelvini.
Se oggi dovessi definire I Wonder con tre aggettivi, quali sceglieresti?
Curiosa, ostinata… e diversamente indipendente.