- Data di pubblicazione
- 06/06/2022
- Ultima modifica
- 13/04/2023
Rapito
Bologna, 23 giugno 1858. A sette anni il piccolo Edgardo Mortara, ebreo, viene rapito alla sua famiglia dalle autorità dello Stato della Chiesa per ricevere
un’educazione cattolica: secondo le dichiarazioni di una domestica, il bambino è stato battezzato. A nulla valgono le battaglie della famiglia, appoggiate dall’opinione pubblica dell’Italia liberale: Edgardo non tornerà più a casa e sceglierà di restare a Roma sotto il Pontificato e il Regno di Pio IX divenendo un simbolo per il Papa, un baluardo estremo di un potere temporale in pieno disfacimento. Edgardo Mortara non solo non abbandonerà mai Pio IX ma diverrà prete, missionario e predicatore del cattolicesimo nel mondo. Per tutta la sua vita sarà un infelice, un disperato (come disperato è il continuo tentativo di convertire la famiglia) e l’infelicità sarà il prezzo della sua conversione.