Al Festival dei Popoli di Firenze i grandi documentari dell’Emilia-Romagna

Cinque i titoli sostenuti nel programma nella 65esima edizione

05 novembre 2024

La vocazione al cinema del reale dell’Emilia-Romagna ha da tempo una tradizione autorevole e riconosciuta a livello internazionale. Lo conferma il Festival dei Popoli, la più importante manifestazione di cinema documentario in Italia e la più antica in Europa, che porta a Firenze cinque titoli sostenuti dal nostro Fondo Audiovisivo.
Si comincia il 6 novembre con Terra incognita produzione Caucaso, Les Alchimistes con Rai Cinema firmata da Enrico Masi, che, nel concorso internazionale con questo documentario, porta a compimento il suo progetto più ambizioso, frutto di anni di ricerca sull’Antropocene. Partendo dalla figura del naturalista Alexander von Humboldt – qui incarnato nella voce di una “narratrice cosmica” – Masi apre a un dialogo tra modelli di sviluppo contrapposti che riflette sulla condizione umana di oggi e domani e sul rapporto con le risorse materiali (ore 16:30, Cinema La Compagnia).
Il 7 novembre Marco Bergonzi e Michael Petrolini ci conducono a Honeydew, uno degli ultimi luoghi della California che alimenta il sogno post-hippy che in tanti hanno inseguito a partire dagli anni ’70. In selezione nel Concorso Italiano, prodotto da Indyca con Rai Cinema e cofinanziato da Europa Creative Media, il film è il ritratto attento e profondo di un mondo che cambia e, contemporaneamente il racconto corale di una comunità in crisi, divisa tra le tentazioni e le minacce di quel mondo a cui aveva cercato di sottrarsi e la preservazione di uno stile di vita proprio, fuori dalle norme (ore 21:30, Cinema Astra).
Tumulti, violenza, ideali e ideologie, droghe e tanta musica. Venerdì 8 novembre Lisa Bosi ci mostra uno spaccato della Bologna tra gli anni ’70 e ’80 con  Going Underground, originale e raffinato racconto cinematografico dedicato ai Gaznevada, band fulcro di una scena musicale punk nell’anima, ancor prima che nelle sonorità; espressione artistica di un’onda trasversale di ribellione alla norma che abbracciava arti eterogenee, come i fumetti di Andrea Pazienza e Filippo Scozzari, sodali del gruppo e protagonisti di quella rivoluzione dei costumi. Prodotto da Sonne Film il documentario è nel programma della sezione Let the music play (ore 21, Cinema La Compagnia).
Dopo l’emozionante debutto alla Festa del Cinema di Roma Il Mago, il Gigante e il Cantante arrivano al Festival dei Popoli il giorno 9 novembre portando Natale fuori orario, il nuovo film di Gianfranco Firriolo, scritto da Vinicio Capossela, che ne è anche interprete, con Christopher Wonder, Marco Cervetti e Franco Bassi. 2047. Alle soglie della fine del mondo, il trio torna al club “stazione” che li ha visti protagonisti per tanti show natalizi, il Fuori Orario, e rinnovare per l’ultima volta il loro antico patto di amicizia battezzato da tempo “The Trinity”. Un road movie fantastico, dunque, che si muove in una continua alternanza fra sospensione

dell’incredulità e “realtà”, tra narrazione immaginifica e repertori “reali”, materiali d’archivio che hanno ruolo di “ricordi” dei personaggi, rivissuti tramite flashback ma anche tramite medium tecnologici quali la realtà virtuale. Selezionato nella sezione Doc Highlights, Natale fuori orario è prodotto da La Cùpa srl in co-produzione con Verdiana srl, in collaborazione con International Music and Arts. Il film è prodotto da Franco Bassi in co-produzione con Andrea Gambetta e con la produzione esecutiva Solares Fondazione delle Arti, ed è distribuito dalla Fondazione Cineteca di Bologna (ore 15, Cinema La Compagnia).
Presentato in una acclamata anteprima alla Festa del Cinema di Roma, evento di chiusura fuori concorso del Festival dei Popoli è infine Il complotto di Tirana di Manfredi Lucibello, che il 10 novembre ci porterà nel mondo dell’arte contemporanea e delle sue derive con il racconto di una grande truffa, consumatasi nella capitale albanese dove nel 2000 Oliviero Toscani accetta l’invito di Giancarlo Politi di Flash Art a curare una sezione della prima edizione della Biennale di Tirana. Il grande fotografo presenta quattro artisti scandalosi: pornografi, jihadisti, pedofili… In realtà i quattro artisti non esistono, così come Oliviero Toscani mai si è prestato a un’operazione del genere: a ideare tutta la beffa è stato un provocatore di Cogoleto, Marco Lavagetto, che ha un lavoro ufficiale nel ramo delle pompe funebri. Dove arriva la realtà e dove subentra la finzione? Forse in questa storia, prodotta da Small Boss, si troverà risposta. O forse no (ore 21, Cinema La Compagnia).