AIDS – La nostra battaglia

Il documentario di Luca Bedini in esclusiva su History Channel i giorni 1 e 2 dicembre

30 novembre 2021

Non poteva esserci occasione più appropriata della Giornata Mondiale contro l’AIDS per presentare ufficialmente al grande pubblico AIDS – La nostra battaglia, documentario di Luca Bedini che sarà trasmesso in esclusiva su History Channel (canale 411 di Sky) il 1 e il 2 dicembre alle 21:00 e on demand su Sky Go.
Un documento prezioso per ripercorrere la storia contemporanea e tenere alta l’attenzione su una malattia di cui oggi non si parla mai abbastanza. Attraverso testimonianze e ricordi importanti si parte dalle origini, da quegli anni ’80 apparentemente di boom economico rampante, in cui negli ospedali italiani arrivano però i primi pazienti con sintomi di una patologia sconosciuta e terribile. Ben presto vengono associati ai tossicodipendenti, ai gay, alle prostitute, associando spesso in modo infamante la patologia alla morale.
AIDS – La nostra battaglia racconta la storia della lotta all’Hiv in Italia attraverso le testimonianze dei giovani medici che hanno visto i reparti di malattie infettive riempirsi di altri giovani come loro e di chi, pur contraendo il virus nel periodo più buio della pandemia quando la ricerca era ancora all’inizio, è riuscito a sopravvivere.

La produzione originale, realizzata da Taiga per History Channel con il sostegno della Regione Emilia Romagna, il supporto di Emilia-Romagna Film Commission ed il contributo di Anlaids Onlus, Lila – Lega italiana per la lotta all’AIDS e Nadir Onlus, restituisce l’impatto violentissimo che i primi malati ebbero con l’Hiv, lo shock, l’incredulità, l’incapacità di prepararsi a morire a 20, 25 anni. “Quanto mi resta?”, “Mi sveglierò domani mattina?” “Dovrei andarmi a comprare delle scarpe, vale la pena?” erano le domande che spesso le persone Hiv positive rivolgevano a medici altrettanto spiazzati e senza risposte, in quei lontani anni ‘80. Una morte fisica spesso preceduta dalla consapevolezza di una morte sociale fatta di emarginazione e pregiudizio, spesso provenienti dalle stesse famiglie.
Dalla scoperta dell’infezione si è arrivati, per tentativi, al miracolo scientifico delle terapie salva-vita, che oggi consentono uno stile di vita pressoché identico al resto della popolazione. Un risultato raggiunto anche grazie all’impegno dell’attivismo nato intorno alla lotta all’AIDS, che si è da subito battuto per abbassare il costo dei farmaci, per ottenere cure sempre più sopportabili e per combattere lo stigma che ancora oggi colpisce le persone sieropositive.
È ancora purtroppo poco nota l’equazione U=U, Undetectable=Untrasmittable, la rivoluzionaria evidenza scientifica secondo la quale una persona con Hiv in terapia efficace, con viremia non rilevabile, non trasmette il virus. Un dato scientifico che può contribuire in modo determinante a restituire alle persone che vivono con Hiv una vita al 100% normale ma ancora poco conosciuto a causa della scarsa informazione da parte delle istituzioni e nelle scuole.

Tra gli intervistati Valeria Calvino (Vice presidente Anlaids Onlus), Alessandra Cerioli (Lila), Massimo Oldrini (Presidente Lila), Filippo von Schloesser (Presidente Nadir Onlus), il sacerdote Daniele Simonazzi, Francesco Pellegrino (Medico, fondatore e volontario ASA97), Luca Butini (Immunologia Clinica Ancona e Anlaids Marche), Mauro Guarinieri (Rete internazionale delle persone che usano droghe ), Cristina Mussini (Professoressa e Direttrice della Clinica delle Malattie Infettive di Modena), Adriano Lazzarin (Professore onorario Università Vita-Salute San Raffaele – Milano), Stefano Vella (Docente di Salute Globale, Università Cattolica – Roma

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