“Cambiamenti”. Vent’anni di Reggio Film Festival

Dal 26 ottobre al 21 novembre

26 ottobre 2021

Dal 2002 ad oggi il Reggio Film Festival ha aperto centinaia di finestre sul presente, accogliendo opere di videomaker di tutto il mondo all’interno di edizioni dedicate ai temi più caldi del nostro tempo, dal cambiamento climatico al senso delle barriere che si ergono tra Paesi, popoli ed esseri umani. Il ventennale della kermesse diretta da Alessandro Scillitani sarà giustamente una sorta di summa che sotto il titolo Cambiamenti/Changes guarderà alle trasformazioni in atto in un senso ancora più allargato, che comprende anche quelle subite dal cinema nel corso degli ultimi due decenni. Dal 26 al 21 novembre attraverso i cortometraggi in programma, ma senza mai rinunciare al contributo di altri linguaggi, ci si interrogherà “su cosa sia mutato, in vent’anni, nel mondo del cinema. E poi, certo, sui cambiamenti del nostro mondo: quelli dettati dagli eventi di cui siamo protagonisti e quelli a cui non prestiamo attenzione. In questo titolo c’è anche una divertita autocitazione: la prima edizione del Reggio Film Festival aveva per tema Mutazioni. Un gioco nel gioco, riguardare al nostro inizio, per ricordarlo e aggiornarlo” racconta Scillitani.

Protagonista del festival è naturalmente il cinema, con la proiezione di una ricca selezione di corti nelle sezioni Laicità, Cambiamento, Spazio Libero, Città Mondo, oltre alle immancabili categorie Spazio Libero e Family. Il 29 ottobre sarà dedicato alla selezione GoldER, dedicata ai corti provenienti dall’Emilia-Romagna, con la proiezione dei 5 corti GOLDer Short, un riconoscimento assegnato da SHORTer ai 5 migliori cortometraggi prodotti in regione nel 2020. Tra questi anche Uno dopo l’altro di Valerio Gnesini e Giusto il tempo per una sigaretta di Valentina Casadei, sostenuti dal Fondo Audiovisivo Regionale.
Moltissimi però sono anche gli appuntamenti fuori concorso: in apertura del Festival, il 26 ottobre al Teatro San Prospero, Massimo Zamboni, musicista e fondatore dei CCCP e dei CSI, presenterà insieme al regista Piergiorgio Casotti il film La macchia mongolica, ispirato a un viaggio compiuto nel 1996 in Mongolia risultato fondamentale per la nascita del disco di maggior successo dei CSI, Tabula Rasa Elettrificata. Il 31 ottobre al Teatro Ariosto, in collaborazione con il Festival Aperto, Edison Studio proporrà una nuova colonna sonora dal vivo per la pellicola più visionaria del cinema muto italiano, Inferno (1911), mentre il 5 novembre la contrabbassista romana Caterina Palazzi “Zaleska” sonorizzerà il capolavoro del cinema muto Nosferatu il vampiro, film del 1922 diretto da Friedrich Wilhelm Murnau, uno dei capisaldi del cinema horror ed espressionista.

Uno spazio importante è riservato a libri e incontri: il 4 novembre Sara Segantin, una delle protagoniste italiane dei Fridays for Future, presenterà il suo recente Non siamo eroi (Fabbri Editori), mentre il 6 novembre Massimo Vitali racconterà la genesi del suo romanzo Se son rose (nuova edizione Pickwick, marchio tascabile di Sperling & Kupfer) e la sua trasposizione cinematografica Nel bagno delle donne (prodotto da Rai Cinema, ora in programmazione su Sky), coinvolgendo il pubblico in un dialogo aperto sulla letteratura, il cinema e  la creatività. Nella stessa giornata da non perdere un incontro con Vera Gheno, nota sociolinguista specializzata in comunicazione digitale che per Einaudi ha recentemente pubblicato Le ragioni del dubbio. L’arte di usare le parole. Il 5 novembre il fotografo Luigi Ottani e l’attrice e documentarista Roberta Biagiarelli presenteranno il loro progetto Shooting in Sarajevo, mentre il duo OoopopoiooO (composto da Vincenzo Vasi e Valeria Sturba) chiuderà il Festival con un concerto di theremin. Sul fronte della formazione segnaliamo gli appuntamenti con Game Change a cura del critico cinematografico e giornalista Roberto Manassero e Changes, laboratorio guidato da Chiara Arrigoni e Natalia Guerrieri, oltre all’ormai tradizionale workshop di realizzazione di cortometraggi a cura di Ado Hasanovic e Leonardo Kurtz.