Torna “Scolpire il tempo” e i film d’autore raccontano i paesaggi incauti

Dal 23 al 27 novembre sul sito di Ibrida Festival

19 novembre 2020

Sarà interamente in streaming l’edizione 2020 di Scolpire il tempo, rassegna cinematografica che Vertov Project organizza nella cornice invernale del forlivese Ibrida Festival.
Da casa ci si ritroverà così virtualmente proiettati tra imponenti montagne, selvaggi itinerari rurali e magici scenari marini. In quest’anno anomalo, che ci costringe a viaggiare con parsimonia, il programma comprende infatti tre film di giovani registi che guardano fuori, lontano, verso forme diverse di quel Paesaggio Incauto che dà il titolo alla terza edizione della kermesse. “Era necessario, quest’anno più che mai – spiegano i direttori artistici Francesca Leoni e Davide Mastrangelooffrire uno spazio a nuovi sguardi, che hanno saputo riflettere con estrema sensibilità sul tema del paesaggio e della vita rurale, declinando le loro immagini in un linguaggio consapevole e poetico, a volte selvaggio e infine incauto”.

Le tre opere si potranno vedere online gratuitamente dal 23 al 27 novembre all’interno di tre stanze virtuali sulla piattaforma Ibrida Live https://ibridafestival.it/ibrida-live/, realizzata ad hoc per l’occasione sul sito di Ibrida Festival. La Red Room ospiterà Sotto le stelle fredde di Stefano Giacomuzzi, film vincitore nel 2020 del Bellaria Film Festival categoria under 30 che attraverso uno sguardo sulle montagne racconta della vita dell’uomo, del suo rapporto con gli animali, la natura e il tempo. Accedendo alla Green Room si potrà vedere invece Setteponti Walkabout di Gianfranco Bonadies, Gianpaolo Capobianco, Michele Sammarco e Valeria Tisato, un documentario interattivo che mescola cinema documentario, animazione, illustrazione, sound design e materiali d’archivio di varia natura per raccontare le storie. La Blue Room accoglierà infine Costante Selvaggio opera breve firmata nel 2018 da Leo Canali, Stelios Koukiasas e Dalila Longo, che segue lo scorrere dell’acqua di un fiume dalla sua sorgente alla sua foce, catturando paesaggi visivi e sonori come metafore dell’evolversi delle cose.