- Data di pubblicazione
- 28/10/2025
- Ultima modifica
- 28/10/2025
Con Reggio Film Festival il fascino del “Proibito” tra cinema, parola e immaginario collettivo
Dal 28 ottobre al 16 novembre
Anteprime, incontri pubblici, quasi cento cortometraggi da trentacinque Paesi, incluse per la prima volta opere da Tunisia, Georgia e Nepal. Tutto questo accade tra Reggio Emilia e Cavriago per la ventiquattresima edizione del Reggio Film Festival in programma dal 28 ottobre al 16 novembre con un tema dichiarato fin dal titolo: Proibito. Un percorso che attraversa il cinema, la parola e l’immaginario collettivo per leggere cosa significa oggi varcare una soglia, sfidare un limite, mettere in discussione una regola.
Gli ospiti confermano la vocazione della rassegna a far dialogare cinema, letteratura, giornalismo e fumetto. Tra i protagonisti attesi c’è il regista Matteo Garrone, più volte vincitore del David
di Donatello e Leone d’argento alla regia alla Mostra di Venezia, che riceverà la Targa Zavattini e incontrerà il pubblico. Accanto a lui arriva il fumettista Milo Manara, il cui lavoro visivo ha ridefinito in modo personale e riconoscibile il rapporto tra erotismo e rappresentazione, e la giornalista e regista Giulia Innocenzi, che presenta Food for Profit, il docufilm che indaga il legame tra allevamenti intensivi, industria della carne, lobby e potere politico. Il festival mette sul tavolo il proibito non come puro tabù, ma come nodo politico, etico e sociale.
Il concorso internazionale di cortometraggi resta il cuore del Festival. Quasi cento titoli costruiscono un atlante compatto di sguardi, con film che arrivano da trentacinque Paesi e che spesso trovano qui la loro unica occasione di visione in sala. Il festival mantiene e amplia anche due sue sezioni identitarie: Family, dedicata a bambine, bambini e famiglie, e Spazio Libero, la zona creativa più scoperta, che accoglie opere difficili da incasellare nei formati tradizionali e lascia ai filmmaker piena libertà linguistica.
Due anteprime segnano l’apertura del programma. Tutta colpa dei Beatles (29 ottobre, SD Factory – Reggio Emilia) è un docufilm nato da un gruppo di giovani filmmaker in viaggio su un camper, prodotto da Artemide Film in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia, Officina Educativa, Partecipazione Giovanile e benessere: un attraversamento generazionale che parte da una band-mito e diventa esplorazione di rito, appartenenza e spiritualità in un presente che ha perso le sue cerimonie condivise. Alessandro Scillitani, direttore artistico del festival, firma la supervisione artistica del progetto. Lo stesso Scillitani torna poi come autore con Il filo perduto. Quando le donne non avevano voce, presentato in prima nazionale (4 novembre, Cinema AlCorso – Reggio Emilia) come seconda anteprima della kermesse. Il film raccoglie le testimonianze di figure come Serena Dandini, Mariangela Gualtieri, Loredana Lipperini, Dacia Maraini, Michela Murgia e Lidia Ravera, costruendo una storia corale sulla voce femminile e sul modo in cui quella voce è stata, per decenni, ignorata o disinnescata. Il progetto prosegue anche fuori sala, con un crowdfunding attivo fino al 25 novembre (giorno in cui si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne) per sostenere la distribuzione del film.
Dal 10 al 16 novembre il festival entra nel vivo con una settimana fitta di proiezioni e conversazioni. A comporre la mappa degli incontri ci sono lo storico e critico del cinema Roberto Curti,
che affronta il “proibito” nel cinema a partire dai suoi studi; la scrittrice Giulia Caminito, Premio Campiello, che dialoga dal suo libro Amatissime; il critico cinematografico Roberto Chiesi, che torna sul nodo del proibito nell’opera di Pier Paolo Pasolini; la conduttrice radiofonica, dj e autrice Laura Gramuglia, che porta il suo recente Contro il matrimonio. A chiudere l’edizione 2025, l’attrice Eleonora Giovanardi, volto noto al grande pubblico sia in televisione accanto a Maurizio Crozza sia al cinema (tra gli altri, coprotagonista di Quo Vado? di Checco Zalone), in un incontro che punta apertamente sul rapporto tra popolarità e rappresentazione.
Prosegue infine il percorso di grande attenzione all’ambiente che il Festival ha intrapreso a partire dall’edizione TERRA (2019). Un impegno concreto, riconosciuto anche da HERA, partner della manifestazione e grazie a cui è stato istituito il Premio Sostenibilità HERA. Il riconoscimento sarà assegnato al cortometraggio capace di raccontare al meglio il futuro energetico e sostenibile del nostro Pianeta.

